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Immagine del redattoreJapoco Conteduca

perché non si parla più di scoliosi?

Se ne parla sempre meno e la prevenzione ha ridotto drasticamente le forme più gravi, quelle da intervento chirurgico, ma la scoliosi ESISTE ANCORA!

Per scoliosi si intende la deviazione laterale della colonna vertebrale, da non confondere con le curve naturali sul piano antero-posteriore del rachide (lordosi e cifosi) che, a loro volta, possono essere patologiche se accentuate.

La scoliosi è una deformità strutturata, con rotazione delle vertebre, e per questo si differenzia dall’ atteggiamento scoliotico che invece è correggibile e non strutturato.

Le scoliosi non strutturate sono di origine posturale (secondarie a dismetrie o deficit posturali asimmetrici); esistono anche quelle transitoriamente strutturate, da lombosciatalgia infiammatoria o spondilartrosi.

Possiamo classificare la scoliosi in base all età d’insorgenza in congenita (presente alla nascita), infantile (intorno ai 3 anni) o la più frequente adolescenziale,

Le donne sono colpite in un rapporto 8:1 rispetto ai maschi. Le cause ipotizzate sono numerose, le più probabili fanno riferimento:

– al sesso (le donne ne sono più colpite);

– alla famiglia (numerosi casi di sorelle o consanguinei con scoliosi idiopatiche);

– al periodo della pubertà;

– a fattori legati alle strutture sensitive in particolare ai recettori propriocettivi, soprattutto, ai centri e nuclei vestibolari la cui lesione influenzerebbe la postura.

Lo screening a scuola oggi non viene più effettuato purtroppo.

I segni che richiamano l’ attenzione dei familiari di un bambino che presenta una scoliosi iniziale, e che li spingono a consultare un medico, sono: il dislivello delle spalle, la maggiore prominenza di una scapola, la diversa prominenza dei seni nelle bambine, il dislivello delle anche. Quando un paziente con scoliosi si sottopone per la prima volta a visita medica, bisogna valutare attentamente le deformità sia per poter effettuare una diagnosi esatta sia per dare un giudizio prognostico.

L’esame obiettivo si effettua facendo spogliare il paziente, si misura l’ altezza del paziente sia in piedi sia seduto. Nell’esame delle deformità vertebrale si valuta il livello delle spalle, la prominenza delle costole e delle scapole, l’orientamento della pelvi e la possibile prominenza di uno dei due fianchi. Il quadro di mobilità del rachide in flessione, estensione e inclinazione laterale, dà un’idea della elasticità della colonna vertebrale, fornisce indicazioni sul grado di maturità ossea, che è di grande importanza ai fini terapeutici.

Le informazioni radiologiche fondamentali si ottengono con una radiografia postero-anteriore (e non antera-posteriore per ridurre le radiazioni al seno e alla tiroide) del rachide in toto, incluse le creste iliache. L’elasticità della colonna vertebrale nella scoliosi si può misurare con la prova di inclinazione in modo da poter differenziare le curve primarie dalle curve di compenso (queste scompaiono col movimento della colonna).

La radiografia in proiezione laterale permette di studiare le variazioni delle curve fisiologiche sul piano antero-posteriore. La proiezione laterale della colonna lombo-sacrale permette di diagnosticare l’esistenza di difetti congeniti nell’arco posteriore delle ultime vertebre lombari, cioè una spondilolisi o una spondilolistesi. Una volta eseguite le radiografie necessarie, in ciascun caso particolare, si deve esaminare: l’eziologia delle curve, tipo di curva, l’entità della deviazione angolare (metodo di Cobb), la rotazione vertebrale, la maturità scheletrica (gradazione Risser).

L’obiettivo della terapia della scoliosi è quello di prevenire l’evoluzione delle deformità.

La scoliosi strutturata è sempre evolutiva durante gli anni di sviluppo osseo, specie nel periodo pre-puberale. Il trattamento va scelto in base all’entità della deviazione angolare (gradi di Cobb):

I grado: meno di 25° (trattamento fisico e riabilitazione).

II grado: tra 25 e 40° (trattamento con corsetti più o meno rigidi e riabilitazione). L’ obiettivo del trattamento è bloccare la progressione e non migliorare la curva ormai strutturata.

Il busto deve essere indossato almeno 12 ore al giorno.

Studi recenti mostrano che chi indossa il busto almeno 13 ore al giorno riduce del 50% leprobabilità di doversi sottoporre ad intervento chirurgico.

III grado: da 45° in su (trattamento chirurgico).

E’ necessario iniziare precocemente il trattamento fisioterapico con periodici controlli radiografici e ambulatoriali dallo specialista ortopedico.

Purtroppo una curva toracica >50°, o lombare >40° continua a peggiorare 1 o 2 ° l anno anche dopo la fine dell accrescimento scheletrico.


Per quanto riguarda la riabilitazione vanno ricordati i principi fondamentali della rieducazione motoria della scoliosi:

– iniziare con il riequilibrio delle asimmetrie globali corporee;

– mobilizzare le regioni vertebrali troppo rigide con particolare riguardo per la curva primaria;

– irrigidire le curve vertebrali mobili soprattutto le curve secondarie;

– trattare sempre le asimmetrie del bacino.

La scoliosi non guarisce, bisogna rallentare il suo peggioramento che nei casi più gravi , perdura nel tempo, anche dopo la chiusura delle cartilagini di accrescimento.



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Il mio nome è Charlotte Parker. La mia vita è tornata!!! Dopo 2 anni di matrimonio fallito, mio marito mi ha lasciato con due figli, avevo voglia di farla finita, mi sono quasi suicidata perché ci ha lasciato quando la nostra vita stava iniziando ad avere un senso. Ero emotivamente giù per tutto questo tempo. Grazie a un incantatore chiamato Dr.Ogaga Kunta che ho incontrato online. Un bel giorno, mentre navigavo in Internet, mi sono imbattuto in diverse testimonianze su questo particolare incantatore. Alcune persone hanno testimoniato di aver riportato indietro la loro ex amante, alcune hanno testimoniato che può lanciare un incantesimo per fermare il divorzio e anche un incantesimo per ottenere un lavoro ben retribuito e così via.…

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